In questi ultimi due anni abbiamo riscoperto la bellezza dei luoghi italiani, abbiamo riassaporato l’orgoglio nazionale e ci siamo meravigliati… ancora. In Italia la natura si mescola all’arte e alle tradizioni locali come in nessun altro paese al mondo e noi vogliamo fare la nostra parte, orgogliosi della nostra terra.
Il Progetto “Paesaggi del Sacro” vuole approfondire le tematiche religiose, antropologiche e storico-artistiche che orbitano intorno alla nostra terra e che sono legate indissolubilmente al Santo Patrono d’Italia, San Francesco.
Famiglia e fraternità: i messaggi di San Francesco al centro della vita di Castelvecchio
La storia di Castelvecchio Subequo è segnata dal messaggio di Francesco e, per questo, il paese è chiamato anche “la piccola Assisi in terra d’Abruzzo”. Al centro del messaggio del “Poverello di Assisi” troviamo i valori della famiglia e della fraternità. Castelvecchio Subequo si fa portavoce di questi valori e lo dimostra durante le numerose feste dedicate al Santo: la famiglia è la sola che può porre rimedio alla solitudine degli anziani, alla crisi demografica e all’emergenza educativa. La fraternità è ovviamente connessa alla famiglia e noi facciamo tutto il possibile perché questo valore diventi un vero e proprio stile di vita, come ha testimoniato il “frate minore” Francesco d’Assisi, fratello di tutti e servo di tutti.
Il Convento di San Francesco è il luogo identitario e di appartenenza dei Castelvecchiesi, che nel corso del tempo vuole diventare sempre più anche luogo di incontro fraterno e di amicizia, dove insieme si discute e si approfondiscono temi inerenti alla famiglia e alla fraternità alla luce del Vangelo, proprio allo scopo di tradurre la tradizione francescana in percorsi di vita aperti a tutti.
Per questo, al “Santo di Dio” sono dedicate numerose celebrazioni nel corso dell’anno, come l’Accensione della lampada votiva in cui vengono eseguiti canti liturgici francescani proposti da vari cori locali e suggestivi riti come la “Corda Pia” (adorazione della Croce). Chiunque voglia partecipare alle attività locali, il convento è ben lieto di ospitare pellegrini e gruppi di preghiera in ogni periodo dell’anno.
Castelvecchio Subequo e Gagliano Aterno: chiese e conventi edificati a seguito del miracolo dell’acqua e alla presenza di Francesco
Il “Santo della Carità” lega in maniera inscindibile il suo nome non solo a Castelvecchio Subequo, ma anche a Gagliano Aterno, entrambi nella Valle Subequana. Il misticismo di questi luoghi tra fede e devozione, arte e architettura, storia e tradizione, è alla base del forte legame tra la popolazione e la figura di San Francesco d’Assisi.
Nel tempo sono stati edificati conventi e Chiese dedicate al Santo, che hanno contribuito in modo sostanziale a determinare la fisionomia del panorama valligiano.
In particolare, in questo territorio S. Francesco accolse l’invito dei Conti di Celano per essere ospitato nella propria residenza-fortezza (attuale Castello di Gagliano Aterno).
Tommaso da Celano (uno dei biografi principali di S.Francesco) narra che il Santo apparve in sogno a Maria da Gagliano nella contrada di Baullo mentre ella era svenuta per la troppa fatica dal lavoro nei campi. Il Santo la esortò a sollevare una felce dal terreno. Al risveglio la donna eseguì la volontà del frate e trovò tanta acqua fresca che colmò la sua sete e la guarì da una malattia della vista.
Nei pressi di una precedente struttura di origine benedettina dedicata a Santa Scolastica fu edificato l’oratorio dedicato a S. Francesco. Il racconto epico ci dice anche che il Santo abbia ricevuto in dono dai Conti di Celano la Chiesetta di S. Maria a Piedi Potano di Castelvecchio Subequo, il cui ampliamento diede corpo all’attuale e monumentale Chiesa, dedicata proprio a S. Francesco.
Dal punto di vista storico-artistico è molto importante ricordare anche la cappella dei Conti di Celano, che presenta un ciclo pittorico di ispirazione giottesca raffigurante le scene salienti della vita dell’Assisiate, realizzato alla fine del XIV secolo.
Per approfondire questi argomenti suggeriamo la consultazione del volume di Massimo Santilli dal titolo “Il sangue di Francesco – Le reliquie di sangue di S. Francesco d’Assisi e il prodigio della liquefazione” (Prefazione di Grado Giovanni Merlo), disponibile anche sui maggiori Book Store quali Amazon, Feltrinelli, Ibs, Mondadori, ecc… (D’Abruzzo Edizioni Menabò).
Castelvecchio Subequo: le reliquie di S. Francesco e la devozione popolare
La bellezza del territorio favorisce le tradizioni locali, che si incentrano anche intorno alle sacre reliquie corporali di S. Francesco. Pellegrini e visitatori provengono da ogni parte d’Italia per contemplare i Sacri Resti del Santo, costituiti dai alcuni capelli, da un lembo di pelle della ferita sul costato e da alcune gocce di sangue raggrumato fuoriuscito dalle piaghe delle Stimmate.
Qui, come in altre località italiane, il sangue del Santo è oggetto del fenomeno mistico della liquefazione. E’ interessante notare come alcuni fedeli del posto, nei giorni dei festeggiamenti per il Santo, si portavano con la testa nella nicchia posta sotto l’altare a lui dedicato per ascoltare il “bollore” del sangue. L’ultimo episodio di scioglimento ematico è avvenuto il 1° ottobre 2013, alla presenza di dieci testimoni, tra cui tre frati ed una suora.
Gli esami tecnico-strumentali e chimico-fisici condotti nel corso degli anni dimostrano che si tratta di sangue umano, di antica data con DNA maschile. Il risultato, benchè incompleto, offre una buona percentuale di attendibilità. Molto interessante, anche per i più scettici, è la corrispondenza cronologica in cui si verifica la liquefazione: nel corso della celebrazione delle Sacre Stimmate (17 settembre) e/o del Transito (3-4 ottobre), sia a Castelvecchio Subequo che ad Ascoli Piceno nella Chiesa di S. Francesco D’Assisi, e nel Santuario della Verna.
Ecco come ancora una volta al centro della vita culturale del paese troviamo il valore religioso: il sangue di Francesco è simbolo unificante ed edificante per la vita del comune di Castelvecchio Subequo e dei paesi limitrofi. Il carisma e il messaggio del Santo risultano chiari, si respirano in ogni luogo della Valle Subequana perché sono a portata di mano e tangibili. Provare questa esperienza è senz’altro un modo per avvicinarsi alla nostra parte spirituale.